
La stanza, ampia circa 50 metri quadrati, è pavimentata con un bellissimo mosaico in bianco e nero.
Il soggetto raffigurato è di carattere marino: al centro dell’ambiente si erge minacciosa una Scilla, armata di remo e dalle estremità terminanti in teste di cane, circondata da mostri marini che avvolgono in più spire le loro lunghe code. Sono raffigurati anche dei guizzanti delfini, uno dei quali è alle prese con un calamaro che certamente gli servirà da lauto pasto.
Purtroppo il mosaico fu rotto in antico, causando la perdita di altre creature marine, e venne restaurato ed integrato con lastre e lastrine di marmo probabilmente staccate da altri pavimenti. Il tema che le piccole tessere compongono e lo stile delle figure richiamano da vicino mosaici di Ostia che appartengono al secondo secolo dopo Cristo: alla stessa epoca risale anche il pavimento musivo di Campo della Fiera. Per i Romani che frequentavano il santuario in occasione delle annuali celebrazioni al Fanum Voltumnae era senz’altro piacevole frequentare un impianto termale così elegantemente decorato.